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Il mio luogo di culto

Il mio laboratorio

Grandi dipinti (di mio figlio) alle pareti, gente che viene a professare la propria fede e passione per gli strumenti, la migliore musica che risuona e riempie l’ambiente e fa vibrare le corde delle chitarre che come statue si mostrano sui sostegni… È l’altare, il mio banco di lavoro, dove vengono sacrificati i migliori legni al fine di ottenere la gloria di uno strumento che suoni bene.
Non molti utensili elettrici: la maggior parte del mio lavoro è fatta a mano.
La pace e l’amore per i materiali regnano sovrani, e tagliare, piegare, fresare, scolpire, carteggiare ed incollare fanno parte del rito quotidiano.

Il legno

Palissandro, Acero, Mogano ed Abete Val di Fiemme sono da sempre i legni di risonanza più gettonati, ed ultimamente ho scoperto il Padouk nel suo ricco aspetto e sonorità, il Noce nero Nord-Americano, recuperato da alberi caduti nel vento dell’uragano Sandy, e pure il bellissimo, caldo e figurato Ciliegio nostrano.

La verniciatura

Pur considerando la gommalacca (Shellac, French polish) la miglior finitura per uno strumento acustico, uso la resina nitro-cellulosa per quasi tutte le mie chitarre. È la finitura usata dalle grandi costruttori dagli anni ’50 in poi, non cristallizza e permette una buona risonanza dei legni. È abbastanza laboriosa da applicare, un turapori e un fondo vanno applicati prima e accuratamente carteggiati.

La mia preghiera

E la mia preghiera di ogni giorno è di rimanere curioso e desideroso di costruire chitarre per un bel po’! In cambio, prometto di fare del mio meglio, come uomo e come costruttore.

Il simbolo della Pace è la perfetta rappresentazione della mia filosofia, essendo un sognatore, ma non il solo… Credo che

PACE ED AMORE

siano l’unica salvezza per tutti noi.
E quindi lo uso come logo.